Il tuo fattore di rischio
I fattori di rischio cardiovascolare sono rappresentati da tutte quelle condizioni proprie di ciascun individuo che aumentano in qualche maniera la sua probabilità di avere una malattia del cuore o dei vasi.
La familiarità può essere riferita al fatto che tra i parenti prossimi (genitori, fratelli, cugini, ecc.) vi siano o vi siano stati dei cardiopatici, dei soggetti che abbiano avuto episodi di ischemia cerebrale o di vasculopatia periferica. Le malattie cardiovascolari sono, come è noto, talmente comuni che è facile rintracciare, qualora la si ricerchi attentamente, nella maggior parte degli individui una condizione di questo genere. Deve ovviamente essere considerata con maggiore attenzione una familiarità per malattie cardiovascolari occorsa in parenti non particolarmente anziani o nel caso in cui molti familiari siano incorsi in questo genere di problemi di salute.
Va precisato, altresì, che in alcuni casi non c’è familiarità per malattie cardiovascolari ma c’è, invece, familiarità per uno o più fattori di rischio: ipertensione, colesterolo alto, diabete, ecc. che possono non avere provocato patologie nei congiunti ma che potrebbero invece favorirle nel vostro caso. Anche la tendenza al sovrappeso può in parte derivare dal proprio corredo genetico ma, in questo caso, è evidente che entrano in gioco anche le abitudini di vita di ciascun individuo (alimentazione, sedentarietà, ecc.).
La familiarità per malattie cardiovascolari non è ovviamente di per sé un fattore di rischio correggibile ma sono proprio le persone con questa storia familiare quelle che devono indagare maggiormente sulle proprie condizioni di salute per essere certi di aver eliminato i fattori di rischio modificabili eventualmente ereditati.
Il rischio globale
La familiarità per malattie cardiovascolari deve essere considerata come un segnale d’allarme che deve spingere a eseguire gli accertamenti necessari all’individuazione dei fattori di rischio cardiovascolare. Una storia familiare positiva in presenza di valori di pressione, di colesterolo e di glicemia ben controllati, in un soggetto in buona forma fisica e non fumatore è certamente meno preoccupante della medesima anamnesi familiare in presenza di uno o più dei fattori di rischio cardiovascolare citati.
In altri termini la familiarità per malattie cardiovascolari deve fungere da stimolo per fare in modo che i fattori di rischio presenti vengano scoperti e corretti… ma attenzione: nel tempo la vostra situazione di salute potrebbe modificarsi, perciò, ogni tanto vale la pena, per esempio, di rimisurare la pressione anche se oggi i valori sono risultati normali…
(modificato da Cuore e Prevenzione 2002)
Questo “test del respiro” si basa sulla somministrazione di lattosio per via orale e sul rilievo di idrogeno nei campioni di aria espirata, raccolti ad intervalli di tempo regolari (30 minuti).
Il Lattosio è lo zucchero presente nel latte, composto da galattosio e glucosio che vengono scomposti in zuccheri semplici dall’enzima lattasi. Senza questo enzima il Lattosio non può venire scomposto e quindi digerito.
L’intolleranza al lattosio (quindi il deficit di Lattasi) è una forma molto comune, presente in circa il 50% della popolazione mondiale. Circa il 30-40% della popolazione italiana ne è affetta, anche se non tutti i pazienti manifestano sintomi. Esiste una forma congenita ed una forma acquisita:
la forma congenita si può manifestare fin dalla nascita nel lattante, e anche con la crescita e poi nell’adulto; la forma acquisita è secondaria ad altre patologie, acute (salmonellosi, colera, enteriti acute) o croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn, linfomi, enteriti attiniche).
Il test più sicuro ed affidabile per la diagnosi di intolleranza al lattosio è l’H2 Breath Test, che valuta la presenza di idrogeno nell’espirato prima e dopo la somministrazione di 50 gr. di lattosio, prelevando 9 campioni di aria ottenuti facendo soffiare il paziente in una sacca a intervalli regolari (ogni 20 minuti circa), per un tempo di 3 ore circa.
INDICAZIONI CLINICHE
In caso di malassorbimento del Lattosio, dopo l’assunzione di quest’ ultimo, in assenza dell’enzima che deve metabolizzarlo (Lattasi), nell’intestino si verificano processi di fermentazione, con relativo aumento di produzione di H2, che viene assorbito in circolo ed eliminato attraverso i polmoni con il respiro. Nell’intestino in condizioni di normalità si produce un quantitativo minimo di H2; l’aumento di quest’ultimo nell’espirato, dopo l’assunzione di Lattosio, dimostra un mal assorbimento di varia entità (lieve, moderato o grave).
BREATH-TEST AL LATTOSIO : Preparazione all’esame
Per la corretta esecuzione e per non alterare il risultato del test occorre seguire le istruzioni di seguito riportate:
- Non assumere fermenti lattici o lassativi nei 3 giorni precedenti l’esame;
Dalla mezzanotte precedente al test non mangiare e non fumare. - Presentarsi quindi a digiuno la mattina dell’esame. Si può assumere acqua non gasata.
- Durante l’effettuazione del test, il paziente, per non alterare la composizione dell’aria espirata, dovrà rispettare le seguenti indicazioni:
- non mangiare;
- non fumare;
- evitare di allontanarsi dal laboratorio e comunque di eseguire qualsiasi attività fisica;
- è possibile bere acqua naturale (non gasata) in modiche quantità.
UREA BREATH TEST
Si tratta di un “test del respiro” altamente sensibile e specifico che permette di diagnosticare la presenza o meno di infezione da Helicobacter pylori (Hp), attraverso la somministrazione, per via orale, di urea marcata con C13 (isotopo del carbonio, non radioattivo, presente in natura).
L’Urea Breath-test (test del respiro) sfrutta la capacità del batterio di scindere l’urea. Somministrando una soluzione contenente urea marcata con un isotopo del carbonio (C13) questa viene scissa dall’ureasi nello stomaco con conseguente produzione di CO2 marcata che si ritrova dopo mezz’ora nell’espirato
L’Helicobacter pylori è un batterio Gram negativo spiraliforme che colonizza la mucosa gastrica potendo causare gastrite cronica e ulcera gastro-duodenale. E’ anche considerato un fattore di rischio per lo sviluppo del cancro gastrico e del linfoma gastrico. La trasmissione di
Helicobacter avviene per via oro-fecale , anche attraverso cibi o acqua, o oro-orale.
INDICAZIONI CLINICHE
Infezioni da Helicobacter pylori; follow-up dopo trattamento eradicante per Helicobacter.
UREA BREATH TEST: Preparazione all’esame
1. Essere a digiuno da almeno 8 ore;
2.Non aver assunto antibiotici o chemioterapici da quattro settimane
3.Non aver assunto antiacidi (esclusi Maalox e Gaviscon) da quattro giorni
4.Non aver assunto farmaci inibitori pompa protonica ( omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo, rabeprazolo e ranitidina) da almeno dieci giorni.
5.Non deve aver fumato dalla mezzanotte
Durante l’effettuazione del test si dovrà rimanere seduto a riposo senza mangiare, bere e fumare.